Mansplanning

Sono una donna e non so nulla in materia di moda, di ginnastica artistica, di smalto semipermanente. Ma ho una laurea scientifica e trascorsi da grande amante della matematica. Sono una donna e sono appassionata di cose considerate “femminili” (le candele, gli oli essenziali, la narrativa) e di altre ritenute di pertinenza “maschile” (il whiskey, la birra, le serie fantasy). Perché, semplicemente, non esistono ambiti di competenza “per maschi e per femmine”, ma solo interessi e attitudini personali.
Sono una donna che comprende e conosce un sacco di cose, altrettante ne ignora e moltissime spera ancora di impararne. Come ogni donna e ogni uomo che cammini errante su questa Terra.
Sono una donna e non ho bisogno che un maschio mi spieghi necessariamente le cose, a meno che non sia io a richiederlo in modo esplicito. Che dia per scontato di dovermi aiutare a capire il fuorigioco, il motore ibrido, le classi di efficienza di una caldaia. Non ho bisogno che un maschio mi tratti con sufficienza e paternalismo, che mi guardi con un sorrisetto sarcastico mentre mi educe su argomenti di cui crede di saperne più di me solo in quanto maschio. E di cui, magari, sono in effetti più esperta di lui. Sono una donna e sogno un mondo libero dal “mansplaining”, dai “maschi che ci spiegano cose”, dando per certo che ne abbiamo bisogno. Perché non esistono limiti a quello di cui una “femmina” può essere interessata o esperta. Esattamente come per i maschi.
Se non capisco qualcosa, state tranquilli, ve lo dico io.
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Testo di Silvana Santo